di Mina Barcone

A Santo Spirito c'è un angolo di Buenos Aires: è la "gelateria argentina" dei Rapallo-Lisi
BARI - Nel cuore del quartiere Santo Spirito di Bari c’è un angolo di Argentina dove poter gustare dulche de leche, yerba mate, maracuja e medialunas: è la gelateria RapaLisi, un esercizio commerciale aperto nel gennaio del 2021 dalla famiglia Rapallo-Lisi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un nucleo composto da papà Ruben Rapallo, mamma Angela Lisi e il 28enne figlio Mauricio, tutte persone nate e cresciute a Buenos Aires ma con “sangue santospiritese” nelle vene. I genitori della donna (Giovanni e Giuseppina) furono infatti costretti a lasciare Bari negli anni 60 per cercare lavoro nel Paese delle Ande, mantenendo però sempre nel proprio cuore la terra natìa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E dopo decenni passati in Sud America, la nostalgia ha così preso il sopravvento e la famiglia nel 2020 ha deciso di percorrere all’indietro il viaggio intrapreso, tornando alle proprie radici. Il tutto seguendo un piano prestabilito: quello di sfruttare l’esperienza come pasticcera di Angela per aprire a Santo Spirito una gelateria “inedita”, che unisse l’Italia all’Argentina.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il risultato è RapaLisi, uno dei pochi luoghi di Bari dove è possibile gustare sapori stranieri. Si trova su corso Umberto I, a pochi passi dal porto e noi siamo andati a visitarlo. (Vedi foto galleria)

Il locale è inconfondibile, visto che richiama ovunque i colori simbolo dell’Argentina: il bianco e l’azzurro. Li si trova sulle sedie e sugli sgabelli, sui manifesti che pubblicizzano i prodotti in vendita, sulla bandiera all’entrata con su scritto “gelato argentino” e sul peluche posto all’ingresso con indosso la maglia dell’Albiceleste e una sciarpa del Napoli: un evidente omaggio a Diego Armando Maradona

A venirci incontro è il 28enne Mauricio, che prima di farci entrare ci illustra la storia “nomade” della sua famiglia. «L’idea di trasferirci qui è maturata nel 2009 – afferma – quando venimmo in visita ai tanti parenti che erano rimasti a vivere a Bari. Rimanemmo affascinati da Santo Spirito, dai suoi colori, dai suoi profumi, ma soprattutto dalla sensazione di sicurezza che questo piccolo borgo trasmette. Un modo di vivere totalmente diverso da quello di Buenos Aires, un’enorme città caotica e pericolosa, caratterizzata da un altissimo tasso di criminalità. A quel punto cominciammo a progettare il grande ritorno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ritorno che avvenne nel 2020, non prima però di aver ben pianificato ciò che la famiglia avrebbe fatto una volta sbarcata in Puglia. «A Buenos Aires la mamma era titolare di una pasticceria - spiega Mauricio -: decidemmo quindi di portare la sua arte qui, consapevoli comunque del fatto che Santo Spirito fosse piena di esercizi che vendono dolci. Dovevamo puntare su qualcosa che ci differenziasse e la scelta è caduta sui prodotti argentini, che si basano su preparazioni e materie prime in Italia poco utilizzate».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Accompagnati dal giovane entriamo così nel locale per andare a scoprire il “dolce” mondo di RapaLisi, un nome che unisce in una sola parola i cognomi Rapallo e Lisi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dietro al bancone, sul quale si stagliano due orologi che segnano rispettivamente l’ora di Buenos Aires e di Santo Spirito, troviamo mamma Angela e papà Ruben, che ci illustrano i tipici prodotti che è possibile acquistare qui, preparati nel loro “laboratorio d’autore”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Su un tavolino ad esempio notiamo due prodotti fritti: sono il churro e l’empanadas. «Il primo è un bastoncino di pastella ricoperto di zucchero che viene immerso nella cioccolata calda  - ci spiega Angela -. Il secondo è invece una sorta di panzerotto. Si tratta di un fagottino fatto con farina, acqua e olio dalla forma a mezzaluna e farcito con verdure, carne oppure con prosciutto cotto e mozzarella».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sul bancone sono poi impilati uno su l’altro gli alfajor, protetti dalla carta stagnola per preservarne il gusto. «È uno dei dolci che va per la maggiore - afferma Mauricio -. È fatto con due biscotti al cioccolato e all’interno farcito con il dulche de leche: una crema densa e spalmabile a base di latte e zucchero dal sapore simile a quello delle caramelle Mou».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Le medialunas sono invece simili ai cornetti, hanno però una consistenza molto più soffice data dall’aggiunta nell’impasto delle uova. E poi ci sono i gelati artigianali dai gusti e nomi sudamericani quali la maracuja, la mandarina, il chocolate de los Andes o la yerba mate. Quest’ultima è una pianta sempreverde dalle cui foglie essiccate si ottiene un infuso commercializzato poi in barattoli di latta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da bere infine troviamo la classica birra argentina Quilmes, oltre a superalcolici preparati sempre con dulche de leche o yerba mate. Tutte novità che i baresi sembrano apprezzare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre Mauricio ci parla notiamo infatti diversi passanti entrare e salutare la famiglia. «Ormai ci conoscono tutti qui, siamo davvero contenti dell’accoglienza che abbiamo ricevuto – afferma soddisfatto il giovane -. Ho soltanto un rammarico, quello di aver perso 5 mesi fa mio nonno Giovanni. Lui ha vissuto molto poco questa nuova avventura, ma chissà, forse tutto ciò che desiderava era tornare e morire nella sua amata Santo Spirito». 

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Il locale è inconfondibile, visto che richiama ovunque i colori simbolo dell’Argentina: il bianco e l’azzurro
Li si trova sulle sedie e sugli sgabelli, sui manifesti che pubblicizzano i prodotti in vendita, sulla bandiera all’entrata con su scritto “gelato argentino” e sul peluche posto all’ingresso con indosso la maglia dell’Albiceleste e una sciarpa del Napoli: un evidente omaggio a Diego Armando Maradona
A venirci incontro è il 28enne Mauricio, che prima di farci entrare ci illustra la storia “nomade” della sua famiglia
Dietro al bancone, sul quale si stagliano due orologi che segnano rispettivamente l’ora di Buenos Aires e di Santo Spirito, troviamo mamma Angela e papà Ruben, che ci illustrano i tipici prodotti che è possibile acquistare qui...
...preparati nel loro “laboratorio d’autore”
Su un tavolino ad esempio notiamo due prodotti fritti: sono il churro e l’empanadas
Il primo è un bastoncino di pastella ricoperto di zucchero che viene immerso nella cioccolata calda
Il secondo è invece una sorta di panzerotto. Si tratta di un fagottino fatto con farina, acqua e olio dalla forma a mezzaluna e farcito con verdure, carne oppure con prosciutto cotto e mozzarella
Sul bancone sono poi impilati uno su l’altro gli alfajor, protetti dalla carta stagnola per preservarne il gusto
È fatto con due biscotti al cioccolato e all’interno farcito con il dulche de leche: una crema densa e spalmabile a base di latte e zucchero dal sapore simile a quello delle caramelle Mou
Le medialunas sono invece simili ai cornetti, hanno però una consistenza molto più soffice data dall’aggiunta nell’impasto delle uova
E poi ci sono i gelati artigianali dai gusti e nomi sudamericani quali la maracuja, la mandarina...
...il chocolate de los Andes o la yerba mate. Quest’ultima è una pianta sempreverde dalle cui foglie essiccate si ottiene un infuso...
...commercializzato poi in barattoli di latta
Da bere infine troviamo la classica birra argentina Quilmes, oltre a superalcolici preparati sempre con dulche de leche o yerba mate



Mina Barcone
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  • Michele DAMMICCO - Complimenti vivissimi per la vostra bella iniziativa! Anche la mia famiglia aveva un parente Buenos Aires....si chiamava Luca LOFANO-Verremo a trovarvi! CARI SALUTI


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